L’enciclica più importante della storia. Su Francesco, M5S e Rifkin

L’enciclica più importante della storia. Su Francesco, M5S e Rifkin

Senza che nessuno lo dica (o si faccia sentire – e gran parte del male sta proprio in questo: il che poi a sua volta non viene detto) l’enciclica di papa Francesco sulla cura della casa comune, del 24 maggio 2015, coincide con una rielaborazione ex post del programma politico del Movimento 5 Stelle (fondato sei anni prima, non a caso nel giorno di San Francesco – reinterpretato proto-ecologicamente). 

L’unica differenza è che il papa non può ragionare se non partendo da – e giungendo a – Dio. Dio inteso in un certo modo. Il che inficia il discorso ecologico da lui presentato. L’unica differenza – tra papa Francesco e M5S – è che il vicario di Cristo, in quanto vicario di Cristo, non può ragionare far ragionare (altrimenti dove starebbe la “santità” o sacralità come “esperienza di una realtà totalmente diversa”?). Potremmo anche sintetizzare così. E con – appunto – ragione; rimettendoci alla parafrasi che comunemente si offre di un passo di Tertulliano reso con credo quia absurdum. I due dogmi centrali del cristianesimo (cioè dell’interpretazione prevalente di quanto attribuito a Gesù Cristo) sono infatti due contraddizioni in termini: la Trinità (1=3) e la divinità di Gesù (uomo = Dio); che equivalgono a sostenere: a = b. (Che il predecessore di papa Francesco, nell’Udienza generale del 21 novembre 2012, abbia sconfessato il “fideismo” del credo quia absurdum – e che Tertulliano sia con Origene d’Alessandria l’unico apologeta cristiano antico a non aver ottenuto il titolo di Padre della Chiesa – riguarda senz’altro le intenzioni pontificie e sinodali; bisogna poi vedere se può riguardare anche l’effettività e del cristianesimo e del cattolicesimo. Simile discorso potremmo farlo ad esempio per il pacifismo o l’amore cristiano-cattolici. Dicono “pace e bene” – bisogna vedere poi se lo fanno. In Vaticano la pena di morte è stata applicata fino al 1870 ed abrogata solo nel 2001: Mastro Titta, l’ultimo e più famoso “Boja de Roma”, giustiziò in nome di “Sua Santità” – o dell’“esperienza di una realtà totalmente diversa”– oltre 500 persone, fra cui molte anche per semplice furto … Per il resto si legga della Brocchieri – e tanto più utilmente in tempi di terrorismo islamico, neo-califfato e jihadismo – Cristiani in armi. Da sant’Agostino a papa Wojtyla, 2006).      

Il Movimento 5 Stelle – da qui in avanti M5S – può essere considerato come il tentativo di applicare politicamente quanto culturalmente di più “progressista” (nel senso d’incremento quantitativo di vita e più in generale di possibilità d’esistenza) è stato espresso nell’ultimo mezzo secolo. Espressione culturale del tutto antagonistica ed elitaria – nonostante possa divenire bestseller, per effetto di quella che Marx e Nietzsche avrebbero considerato “cattiva coscienza” e che ha molto a che fare da un lato con l’ipocrisia e dall’altro con il reintegramento ad un qualche livello di un qualche grado di giustizia – sostanzialmente assente nelle menti e nelle opere di politici manager popstar studenti professori lavoratori artisti; e ben riassunta nei suoi esiti attuali dall’ambientalista (ma, considerando la disattesa di tante attese, sarebbe meglio dire futurologo) statunitense Jeremy Rifkin, varie volte partecipe di iniziative pubbliche del M5S, e che il 18 giugno 2015 scriveva nella sua pagina Facebook: “I would like to congratulate Pope Francis and Cardinal Turkson for the publication of the Encyclical letter Laudato si’ calling for effective action to end energy poverty, fight climate change, protecting our Common home, the biosphere, and pledging an agreement on systems of governance for the whole range of the so called global commons to establish a new human ecology and face our environmental and social crisis”.  

Papa Francesco – M5S – Rifkin. Si sono già messi in relazione da soli. A noi il compito d’esplicitare questa relazione. Esplicitazione da altri non ancora condotta o comunque non di dominio pubblico. Perché pubblica è la mancanza d’ecologia. Mancanza proprio per ovviare alla quale si ha l’opera – paradossale perché al centro delle istituzioni (rispettivamente: religiose, politiche, economiche) quanto ai confini della cultura e prassi (da sempre?) dominanti – dei tre soggetti che considereremo. 

autunno 2015

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