I compilatori
“Dopo il 430, anno della morte di S. Agostino, le condizioni di vita in occidente divennero difficilissime. Quasi esclusivamente nei grandi conventi si poté ancora studiare e i libri, per alcuni secoli, furono pochi anche nelle maggiori abbazie. Prevalsero le opere di compilazione, che raccoglievano quel che si sapeva nel campo delle sette arti liberali: grammatica, dialettica, retorica costituivano il trivio; aritmetica, geometria, musica, astronomia formavano il quadrivio. Con questo intento di fornire gli elementi indispensabili delle varie scienze, l’africano Marciano Capella scrisse, verso il 430, Le nozze di Mercurio e della Filologia; Boezio compose i suoi commenti e trattati di logica; Cassiodoro scrisse le Institutiones divinarum et saecolarium lectionum; l’arcivescovo Isidoro di Siviglia mise insieme venti libri di Etimologie e l’inglese Beda il Venerabile raccolse notizie di cosmografia, meteorologia, geografia nell’opera De rerum natura”.
Il testo spezza questa frase morta tratta da un vecchio libro di storia della filosofia in 50 racconti che con violenza pensano e fanno pensare.