Cavalieri e cowboy. Se Medioevo e Far West si spiegano a vicenda
Abstract
L’opera dovrebbe iniziare con:
“L’autore di questo testo non è né un medievista né un americanista e nemmeno uno storico. Ma per avere delle idee sul Medioevo sull’America o sulla storia bisogna essere per forza medievisti americanisti o storici? Se pensate di sì, allora questo testo vi risulterà illecito, e farete bene ad arrestarvi subito nella lettura. Se pensate di no allora, prego, continuate”.
E finire:
“Con il XVI secolo, entriamo nell’età delle condotte, delle direzioni, dei governi” [invece largamente assenti fra cavalieri e cowboy] – M. Foucault, Sicurezza, territorio, popolazione. Corso al Collège de France (1977-1978), trad. P. Napoli, Milano, Feltrinelli, 2005, p. 168
Valga come dichiarazione d’intenti questa lettera che senza ricevere risposta ah-ah-ah-ah-ah spedii nell’agosto 2011 ad un professore universitario.
Caro prof.,
sono un Suo vecchio studente che congedatosi dall’università nel 2005 ha occupato una disperata disoccupazione con disparati testi a tutt’oggi fallimentari tanto accademicamente quanto commercialmente (forse però (r)esiste ancora una microarea di mondo che non sia né accademia né commercio …).
Simili fallimenti possono in parte spiegarsi – tolte le tare del sottoscritto – con la mia incapacità, ma anche “noluntas”, a confinarmi in un ambito, a non disperarmi di disparatezza e a non dispararmi di disperazione. Infine possono spiegarsi con una bile ancora gialla: sono un vecchio studente, ma non ho più di trent’anni.
Mi permetto di disturbarLa perché, andando di giallo in giallo o, se preferisce, di follia in follia (un accademico direbbe: “nel corso delle mie ricerche” …), da anni ho per la mente, fra i molti e troppi altri, un progetto che all’inizio, per l’individualismo che pure mio malgrado mi “piomba”, davo per scontato di attuare da solo e per di più come distrazione senile: ma poi, all’improvviso, mi è apparso (proprio stile visione …) più folle, più giallo, più divertente (cioè: solo più vivo), bruciare le tappe anche a costo di bruciarmi con loro e pensare (pensando a Lei e ai Suoi studi) a una per me inusualissima se non innaturale collaborazione a due.
“Cavalieri e cowboy. Se Medioevo e Far West si spiegano a vicenda”: questo è stato il giallo, la follia, la visione (un accademico direbbe: “il progetto di ricerca” …) che ho avuto anni fa e che – con tanto di giallo e follia – mi permetto di presentarLe; a cui mi permetto di pro-vocarLa.
Quando penso qualcosa, qualunque giallo, qualunque follia, e per quanto giallo e per quanto folle, do sempre per scontato che altri ci siano arrivati prima di me. So che il mondo è vecchio molto più dei miei trent’anni ecc. ecc. Quindi “Cavalieri e cowboy. Se Medioevo e Far West si spiegano a vicenda” potrà pure essere il titolo di qualche libro o capitolo di libro – di cui comunque io non ho contezza – o di qualche tesi laurea, magari di un’università greca o ungherese. Tuttavia il modo in cui avrei pensato di svolgere questo tema – ci scommetterei sopra quel che non ho (bastano cento euro …)! è difficile possa considerarsi dejà-vu.
“Cavalieri e cowboy. Se Medioevo e Far West si spiegano a vicenda” dovrebbe essere infatti un testo di “ecologia esistenziale” o, se preferisce, di “esistenzialismo ecologico”.
Certe tracce (fonti) che abbiamo del Far West potrebbero (e se lo possano o meno dovrebbe indagarlo l’impresa che Le propongo) integrare quelle che abbiamo del Medioevo – e viceversa (dove le fonti più importanti del Medioevo per lo studio del Far West saranno non quelle storiche ma quelle storiografiche, essendo il Medioevo studiato di più …) – per fornirci connotati di un ambiente e di un’esistenza dell’uomo in esso diversi di molto dai nostri e accomunati magari negli aspetti x, y, z nonché distinti o anche opposti in quelli h, j, k. Per fornirci possibilità: rispetto a quella – quella del nostro stile di vita – che a noi sembra, nonostante i critici della cultura, una necessità.
“Cavalieri e cowboy. Se Medioevo e Far West si spiegano a vicenda” – pur avendo una sorta di morale (quella ecologica), rivolta in via cautelativa non solo al declinante, anche etimologicamente, Occidente ma a quell’Oriente, Cina e India, che almeno etimologicamente dovrebbe essere l’opposto del tramonto … – non dovrebbe né potrebbe costituire il punto di arrivo di una ricerca (ci vorrebbe quantomeno, oltre a un medievista, anche un americanista, quel che certo io non sono …): ma uno stimolo, una pro-vocazione – soprattutto metodologica – ad iniziare ricerche del genere. Ricerche che prendano a pre-testo ad es. cavalieri e cowboy ma che producano testi interessati e interessanti al rapporto tra “esistere” e “ambiente”.
Che cosa significa esistere se non si può esistere senza un ambiente? Quali sono i modi in cui l’uomo ha potuto (e quindi può) relazionarsi all’ambiente? È questa una relazione, se esistenza senza ambiente non si dà? “Cavalieri e cowboy” dovrebbe fornire risposte esemplificative a domande di questo genere ma sopratutto dovrebbe – da qui l’interesse metodologico – indicare in domande di questo genere il centro d’interesse per gli studi non solo storici ma pure antropologici e sociologici (del resto io non ho mai capito la differenza tra i tre ambiti; anzi, nego che ve ne sia una: i più grandi storici, o gli storici degni di questo nome, sono stati antropologi e sociologi; e viceversa …).
Storici, antropologici e sociologi hanno peccato (e continuano … con eccezioni, certo) a trascurare l’ambiente; perciò ci dicono così poco sull’esistenza (e noi quando viviamo lo sentiamo quanto conta – in tutti i suoi aspetti – l’ambiente!). Perciò, perché abbiamo avuto (anche a causa del cristianesimo) tanto antropocentrismo e antropomorfismo, abbiamo l’attuale, praticamente senza ritorno, crisi ecologica.
Come avrà capito anche la tastiera del Suo pc, il mio interesse precipuo è l’ecologia. Infatti è all’interno della mia riflessione in tale onnicomprensivo ambito che (è stata una sorpresa anche per me stesso) ho pensato – e non l’avrei mai detto! – a “cavalieri e cowboy”.
Prima di andare più nel dettaglio della proposta – che certo do tutt’altro per scontato sia di Suo interesse (per quanto osi confidare nel Suo “giallo” …) – Le preciso che si tratterebbe comunque di un progetto a lungo termine. Infatti prima di occuparmene – almeno per quanto mi riguarda – bisogna congedi alcune opere già intraprese e che mi occuperanno, (dis)occupazione scolastica permettendo, per i prossimi anni. Il mio attuale piano: 2012-13 teoria dell’ecologia; 2014-15 “cavalieri e cowboy”. Cosicché il Suo – ipoteticissimo – coinvolgimento non avverrebbe prima del 2015-16. Esso consisterebbe infatti nel rileggere correggere modificare e integrare a più non posso quanto da me scritto a mo’ di “desiderata” e parecchio intuitivamente (anche se con il sussidio di quel poco della strabocchevole e interdisciplinare bibliografia sul tema che riuscirei a considerare). Nessuna suddivisione di capitoli; un testo si può scrivere solo dall’inizio alla fine (in caso contrario non si hanno testi scritti insieme da autori diversi ma testi diversi scritti da autori diversi …); per cui io stenderei un primo canovaccio, Lei lo rivedrebbe, io rivedrei la Sua revisione e così via sino a raggiungere una reciproca sufficiente soddisfazione. Infine – per entrambi – sarebbe un’operazione che 1) non ci comprometterebbe: Lei perché troppo in alto, io perché troppo in basso nella scala accademica; 2) non ci distoglierebbe di molto dai rispettivi interessi: nei prossimi cinque o sei anni si tratterebbe più che altro, a parte il rush (stavo per dire: ranch …) di scrittura finale, di “tradurre” nella prospettiva di “cavalieri e cowboy” idee, appunti, visioni – anche di film …
Ma veniamo ad una qualche concretizzazione della proposta.
Per avere un primo se non indice almeno focus, brainstorming o qualcosa del genere, basta prendere il vecchio (lo cito non a caso essendo davvero pochi – in Italia i due -alli: Fumagalli e Ortalli e poi? – in storiografia – nonostante le “Annales” risalgano a quasi un secolo fa – encomiabili come lui nell’interessarsi dell’uomo in quanto vivente in un ambiente) Robert Delort, “La vita quotidiana nel Medioevo”; fare una tabella a due colonne e scriverci da una parte “cavalieri” e dall’altra “cowboy”. Quanto di interessante (soprattutto a livello di, scusi il termine, “Lebenswelt”) Delort ci dirà sul mondo dei cavalieri, noi lo andremo per quel che è possibile a verificare (oltre che, sempre per quanto riguarda il mondo dei cavalieri, su altre “storie” circa questo) per il mondo dei cowboy.
Qualche esempio – e senza distinguere tra generale e particolare, deduzione e induzione.
Scrive a pag. 15 Delort: “La differenza fondamentale rispetto all’epoca attuale è che l’uomo aveva meno mezzi per agire su questo ambiente [una “immensa foresta”], per utilizzarlo o per difendersene; che ne era molto meno separato e che ne dipendeva molto di più. La vita quotidiana è stata in gran parte dedicata a una lotta costante contro una natura schiacciante e mal conosciuta”. Noi dovremmo “dare l’idea” al lettore di che cosa – il più possibile in concreto (“concreto” in cui inserisco anzitutto quel che i vecchi esistenzialisti ritenevano caratterizzare l’essere uomo …) – significasse vivere nel medioevo e nell’ambiente relativo e di quanto – avendo noi perso moltissimo del Medioevo – una simile idea possa – con tutta l’approssimazione e ipoteticità del caso – esserci fornita – pure tramite i film: essendo anche all’epoca dei film rimasta, in certa misura, cowboy l’America – dal non per nulla “selvaggio” west.
È un gioco pericolosissimo il restauro integrativo. Ma siccome – almeno mentalmente – è inevitabile, anche perché sennò nessuno si occuperebbe di storia (e anche perché non si può pensare nulla se non con una qualche precisione o fattezza), potrebbe risultare intelligente, partendo dal postulato per quanto discutibile che l’uomo ha sì una storia ma pure una natura e che pertanto – pur con tutto il relativismo che si vuole – messo in certe condizioni farà grossissimo modo certe cose, potrebbe risultare intelligente integrare con il selvaggio West quel che ci manca (per la scarsità di fonti) del selvaggio Vecchio mondo. In particolare per comprendere di questo l’esistere umano, di un uomo dotato di ben poche cose rispetto ad oggi, entro un ambiente dotato di molte più cose (dai grandi freddi e grandi predatori in giù) rispetto ad oggi. (Da qui poi domande come: Perché le cose medievali – i castelli ad es. – ci stanno bene nell’ambiente, nel paesaggio, non turbano l’occhio; e le nostre invece di cose – ad esempio le parti “nuove” di tutti i paesi – fanno fisiologicamente schifo?).
Altro esempio. Scrive Delort a pag. 19: “La caccia agli animali di grossa taglia … esigeva investimenti considerevoli che poteva fare solo la classe cavalleresca”. E noi ci domanderemo – e soprattutto domanderemo al lettore, non pretendendo di dare risposte definitive ma di smuovere problemi, immaginazioni ecc.: Nel Far West questo problema è ovviato dalle armi da fuoco e dal costo dei cavalli che si riduce in proporzione all’aumentare del loro allevamento?
Altro esempio – disparato. Delort, pag. 178: “nonostante i doveri della loro condizione, parecchi chierici fanno una vita molto vicina a quella dei laici”. Lo stesso in Usa i “pastori”, anche perché protestanti?
A pag. 156 Delort parla per il Medioevo di “innumerevoli guerre di moderata estensione, è eccezionale che durino a lungo e che si combattano su un grande spazio. Inoltre, gli effettivi non sono mai molto rilevanti”. Quanto può corrispondere questo scenario alle “sparatorie” No Man’s Land del Far West? A tal proposito possiamo aggiungere: vendette private, violenza; possiamo confrontare i tornei con i rodei e esaminare la caccia (in Usa, all’orso) e la pesca (in Usa, i salmoni). Poi il codice di onore. Delort, pag. 152: “si richiede al neofita un certo numero di prove prima di ammetterlo in un ambiente chiuso” …
A pag. 150 Delort parla della “relativa rarità delle donne – biologica o locale, nel castello affollato di soldatacci”; quanto simili condizioni sono alla base del modo di considerare la donna nello West?
Se i cavalieri erano all’incirca l’un per cento della popolazione: quali, le percentuali americane? Forse maggiori perché i cavalli (e soprattutto le armi) costavano meno? Se nel Medioevo bastava – più o meno – avere un cavallo di un certo tipo ed essere armati in un certo modo per essere considerati cavalieri, i cowboy erano i nobili o gli ignobili della loro (già borghese?) società?
Quanto questa descrizione, che Delort ci fornisce a pag. 147, può essere stata familiare ad un cowboy? :
“Il mobilio consiste per lo più in panche coperte di tessuti o di tappezzeria, in seggiole pieghevoli (poltrone), in cuscini imbottiti, in panche mobili, in cassoni, talvolta in armadi o credenze sistemati nello spessore del muro. Il suolo è cosparso di erbe odorose, di fiori, di giunco, per scacciare gli odori forti esalati dalle vivande più che da una folla che aveva spesso la possibilità di lavarsi o di bagnarsi; rari i tappeti; i muri [cfr. carta da parati] talvolta rivestiti di stoffa, di arazzi di alto liccio (Arras), talvolta sovraccarichi di pellicce o intonacati e tinteggiati; vi si distinguono dei trofei di caccia, degli stemmi, talvolta degli alberi genealogici … Un camino monumentale, davanti a cui si apparecchia la tavola su cavalletti, permette di riscaldare l’atmosfera e costituisce, più delle candele di sego o delle torce di cera infisse in candelabri o attorno a lampadari, la principale fonte di luce per la veglia che d’inverno si protrae fino a tardissima notte”.
Pag. 141: “un po’ alla volta nei ‘nobili’ si forma un medesimo stato d’animo frutto di una medesima educazione, di un comune ideale eroico e guerriero, della difesa contro le medesime difficoltà quando l’incremento demografico mette in pericolo i patrimoni fondiari dei lignaggi”. Anche in Usa ci fu – a un certo punto (e a prescindere dalla questione indiana – da mettere in rapporto nelle sue differenze con quella tra latini e barbari in Europa) – concorrenza per la terra: basti vedere “Fiume rosso”.
Pag. 117: tanta carne per il Medioevo; per i cowboy senz’altro … (e questa mentalità della carne – tanto europea quanto soprattutto americana – ha poi portato a uno degli immani scempi ecologici attuali …)
Altro tema: la distanza dal mare! Quanto incide il mare nella vita dei cavalieri? Zero? E dei cowboy? Zero pure? E quest’assenza di mare quanto incide nella vita dell’uomo?
Altro tema. Se per gran parte del Medioevo uomini e donne si vestono allo stesso modo, ciò non accade tra i cowboy.
Ancora: l’uso di sovrapporre diversi capi di abbigliamento; accomuna le due dimensioni?
Ancora: la centralità del legno (e su questa c’è da dir molto, ecologicamente)
Ancora: l’ordine tripartito contadini-cavalieri-chierici vale anche per lo west?
Ancora: i nobili; sono questi che mancano nello West?
Ancora: i medievali “vivevano nella paura del peccato e della dannazione in seno a un mondo miracoloso e diabolico” (p. 103); e i cowboy, fra sette millenariste e retaggi indiani? E che rapporto ha la “febbre dell’oro” con il mito della “cuccagna”?
Ancora: p. 90: “Indifferenza al bambino”. E “Il numero dei figli, il fatto che essi siano spesso dei “morti in sospeso”, hanno attenuato l’amore paterno e materno” tanto nel Medioevo che nello West?
Ancora: “prostituzione … indispensabile [oltre che per ipocrisia …] in una società dove l’età matrimoniale per gli uomini è tarda … Il marito … 14 anni in più della moglie” (p. 87)
Se nel Medioevo “rapporti o legami personali sostituivano il senso dello Stato” (p. 98) questo vale pure per lo West?
Se nel Medioevo si hanno (p. 77) “frequenti turbe mentali dovute alla sottoalimentazione, ai digiuni, alle carenze vitaminiche, al consumo di vegetali allucinogeni” – che cosa accadeva col sole del Texas e il peyote (cfr. Castaneda, A scuola dallo stregone).
Se “non esiste carta del regno di Francia prima della fine del secolo XV” (pag. 58) allo stesso modo – e qui si entra nel rapporto dell’uomo con lo spazio – non esistono carte precise dello West e la strada è pure qui (e, direbbe Eco, proto-postmodernamente) il luogo da dove si passa?
Questi sono solo abborracciatissimi esempi per un’operazione che non ha lo scopo di informare ed esaudire ma di pungolare e provocare – di un’operazione che ha la presunzione di smuovere intelligenza (sennò che si opera a fare?). Di un’operazione che ha la presunzione di smuovere – per quello che può, e se smuovesse intelligenza un poco potrebbe … – Cina e India …
La bibliografia è immensa, ma essendo pungolare e provocare l’intento, può venire di molto ridotta; poi per la medievale – nel caso di Sua accettazione – non ci sarebbero problemi e mi permetterei di trascurarla a vantaggio di quella sullo West – in gran parte in inglese (inglese che oltretutto – per motivi filosofici, giuro! – io digerisco piuttosto male).
Il materiale di studio inoltre dovrebbe riguardare non solo saggi storiografici ma romanzi, racconti (è un caso che Steinbeck abbia scritto “Le gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri”?), musiche (di chitarra e viella, carmina e armonica ci sarebbe da occuparci un bel po’; facendo magari anche un discorso più generale sul folk), film (sul cinema ho tutta una teoria che poi, nel caso di Suo interesse, potrei esprimerLe …).
Già la pagina in inglese di Wikipedia sui cowboy – e link relativi – è un ottimo, prezioso inizio; ma di saggi romanzi racconti musiche e film sui cowboy – nel caso sempre di accettazione – dovrebbe occuparsi anche Lei; quel tanto bastevole almeno per impedirmi di partire troppo per la tangente (come se fosse possibile farlo anche più di quanto già non faccia …). Infine Lei avrebbe quale compito – così concludo nei suoi aspetti anche più brutali la proposta – pure quello, non facile soprattutto di questi tempi di crisi consumistica e di transizione dal libro all’e-book, di trovare un Editore auspicabilmente di livello nazionale (dato il tema però, e visto che siamo a spararle grosse, potremmo pure, e contemporaneamente, tentare con una traduzione in inglese … che magari leggerebbero a Bombay …).
In una maniera certo confusionaria e tanto spregiudicata quanto però sincera, mi sono permesso di farLe questa proposta che spero almeno non voglia giudicare troppo indecente,
se crede un poco ai nobili, per quanto donchisciotteschi, intenti del Suo …
Bibliografia in fase di allestimento
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Abulafia, Federico II
Abulafia, La scoperta dell’umanità. Incontri atlantici nell’età di Colombo
Allegri, teatro e spettacolo nel medioevo
ASCHERI M. Istituzioni medievali
ASCHERI M. Le città-Stato
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Balestracci, Le armi, i cavalli, l’oro. Giovanni Acuto e i condottieri nell’Italia del Trecento
Terre ignote strana gente. Storie di viaggiatori medievali
La festa in armi. Giostre, tornei e giochi del Medioevo
Bloch: Lavoro e tecnica nel medioevo
Società feudale (La). Bloch, 23
BROOKE C.N.L. Il matrimonio nel Medioevo
BRUNNER O. Storia sociale dell’Europa nel Medioevo
Principi e corti nel xii secolo. Cantarella, 19
Capitani: storia dell’italia medievale
Cardini: Alle radici della cavalleria medievale
Cherubini: L’Italia rurale nel basso Medioevo
COLISH M.L. La cultura del Medioevo
CONTAMINE P. La guerra nel Medioevo
DELOGU P. Introduzione alla storia medievale
DE RACHEWILTZ S., RIEDMANN J. (a cura di) Comunicazione e mobilità nel Medioevo Incontri fra il Sud e il Centro dell’Europa (secoli XI-XIV)
Duby: Il cavaliere, la donna, il prete
Duby: Guglielmo il maresciallo [il mio testo deve essere una sorta di riscrittura di questo comparandolo con USA]
Duby, L’europa nel medioevo
Duby, il medioevo da ugo capeto a giovanna d’arco
Duby, medioevo maschio. Amore e matrimonio
Duby, storia delle donne in occidente (5 voll.)
Ennen: Le donne nel Medioevo
FLORI J. La cavalleria medievale
FOSSIER R. L’infanzia dell’Europa Economia e società dal X al XII secolo
Fossier: Il lavoro nel Medioevo
FOSSIER: Gente del Medioevo
FRALE B. I Templari
Cappella degli Scrovegni di Giotto (La). Frugoni (Chiara
Cattedrale e il battistero di Parma (La). Frugoni (Chiara)
Cavalieri e cavalleria nel Medioevo. Flori
FUMAGALLI V. Uomini e paesaggi medievali
FUMAGALLI V. La pietra viva Città e natura nel Medioevo
FUMAGALLI V. Paesaggi della paura Vita e natura nel Medioevo
Che cos’è il feudalesimo? Ganshof
Galetti, Uomini e case nel medioevo
Fondazione della scienza moderna nel Medioevo (La). Grant
Contadini e santi. Problemi di cultura popolare nel Medioevo. Gurevic
Gurevic: Le origini del feudalesimo
GUREVIC: La nascita dell’individuo nell’Europa medievale
HILTON R.H. Una società medievale L’Inghilterra centro-occidentale alla fine del XIII secolo
Herlihy: la famiglia nel medioevo
LAZZARINI: Amicizia e potere. Reti politiche e sociali nell’Italia medievale
Le goff: il meraviglioso e il quotidiano nell’occidente medievale
Nascita del purgatorio (La). Le Goff
Civiltà dell’Occidente medievale (La). Le Goff
LECIEJEWICZ L. La nuova forma del mondo La nascita della civiltà europea medievale
Riccardo Luisi Scudi di pietra. I castelli e l’arte della guerra tra Medioevo e Rinascimento
Monaci e popolo nell’Europa medievale. Milis
Mollat, i poveri nel medioevo
MONTANARI
MUZZARELLI M.G. Guardaroba medievale Vesti e società dal XIII al XVI secolo
Comune di Firenze alla fine del Dugento (Il). Ottokar
PACAUT M. Monaci e religiosi nel Medioevo
Pastoureau, Medioevo simbolico
Peri: Uomini città e campagne in Sicilia dall’XI al XIII secolo
Pirenne, storia d’europa dalle invasioni al XVI secolo
Power: Vita nel Medioevo
Rosener: i contadini nel medioevo
Settia, Rapine, assedi, battaglie. La guerra nel Medioevo
Schmitt: Il gesto nel medioevo
Schmitt: Religione, folklore e società nell’occidente medievale
Etica nel medioevo (L’). Sciuto
Egemonie sociali e strutture del potere nel medioevo italiano. Tabacco
Sperimentazione del potere nell’alto medioevo.Tabacco, 24
TABACCO: ALTO MEDIOEVO
MERLO: BASSO MEDIOEVO
TOSCO: Il paesaggio come storia
Dalla terra ai castelli. Toubert
Tramontana, Il regno di Sicilia. Uomo e natura dall’XI al XIII secolo
VAUCHEZ A. Santi, profeti e visionari. Il soprannaturale nel Medioevo
MAIRE VIGUEUR J. Cavalieri e cittadini Guerra, conflitti e società nell’Italia comunale
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Volpe: Il Medio Evo
Volpe: Medio Evo italiano
VON SIMSON O. La cattedrale gotica Il concetto medievale di ordine
Wolff: Storia e cultura del Medioevo dal secolo IX al XII
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JENNINGS: la creazione dell’america
Guido Abbattista La rivoluzione americana
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Bergamini, Storia degli Stati Uniti
Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee
Brown, Un fischio nella prateria
Maldwyn, Storia degli Stati Uniti
Mcmurtry, Cavallo Pazzo. Storia del capo sioux che vinse a Little Bighorn
Horst, Storia degli Stati Uniti
Mammarella, Storia degli Stati Uniti
Nevins Allan; Commager Henry: Storia degli Stati Uniti
Storia universale dei popoli e delle civiltà. Vol. 16 Gli stati uniti. UTET
Nocera, Stati Uniti e America Latina dal 1823 a oggi
Sandoz, Cavallo pazzo
Sandoz, Cheyenne. L’autunno di un popolo
Tocqueville
ZINN: Storia del popolo americano. Dal 1492 ad oggi
Zucconi, Gli spiriti non dimenticano
LURAGHI: Storia della guerra civile americana
CRANE: Il segno rosso del coraggio. Un episodio della guerra civile americana
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BURROUGHS: Strade morte; LE città della notte rossa; Terre occidentali
McCarthy: Trilogia della frontiera: Cavalli selvaggi-Oltre il confine-Città della pianura
McCarthy: Meridiano di sangue
Olocausto americano. La conquista del Nuovo Mondo – Stannard David E.
Crichton: La grande rapina al treno
The Great Train Robbery – Edwin Stanton Porter – 1903
STEINBECK: FURORE
STEINBECK: L’ America e gli americani e altri scritti
STEINBECK: Le gesta di re Artù e dei suoi nobili cavalieri [USARLO COME TRAIT D’UNION DEL TUTTO; MA DIRE CHE CE NE SIAMO ACCORTI DOPO DI QUESTO ESPLICITO RIFERIMENTO; SENNò SEMBRA DI NON AVER AVUTO GENIALITà …]
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Jack London – richiamo della foresta – zanna bianca
Per la “civiltà”
Comportamento in pubblico (Il). Goffmann
Conquista del Messico (La). Prescott
Conquista dell’America (La). Todorov
ARON R. Lezioni sulla storia
BRAUDEL F. Storia, misura del mondo
BURKE P. Storia e teoria sociale
BURKE P. La storia culturale
GALASSO G. Nient’altro che storia Saggi di teoria e metodologia della storia
JAKOB M. Il paesaggio
MARROU H. La conoscenza storica
Bevilacqua, L’utilità della storia. Il passato e gli altri mondi possibili
JULIEN C. Gli inca
JURSA M. I babilonesi
TAMBIAH S.J. Rituali e cultura