Lo schema Ponzi
“Lo schema Ponzi” non vuole essere soltanto il romanzo sulla vita, già di per sé romanzesca, del “più grande truffatore di tutti i tempi”, l’italo-americano Carlo Ponzi – che negli anni ’20 del Novecento anticipò, con il suo “schema”, meccanismi poi riscontrabili in fenomeni che vanno dalla Grande recessione avviatasi nel 2007, al caso Madoff – ma una critica radicale, ben oltre la finanziarizzazione dell’economia, all’impianto stesso della nostra umanità, che continua a trascurare la materia biologica e fisica a vantaggio di antiecologiche astrazioni.
La parabola di Ponzi (1882-1949) viene inserita in una trama intergenerazionale a scatole cinesi che a partire da un futuro prossimo (2040) racconta vicende pubbliche e private dei nostri giorni, incardinandosi – in uno sfondo di esistenzialismo, bioingegneria e crisi ambientale – sul fallimento della storia d’amore tra l’aspirante romanziere dello “Schema Ponzi” e la donna che in prima persona narra il tutto ad una ragazza alle prese col proprio avvenire.
Via via che procede il metaracconto della donna, si scopre di trovarci davanti a tre fallimenti: Ponzi finisce in carcere e poi muore povero (aveva aspirazioni sbagliate ed in ogni caso non ha potuto realizzarle); l’ex della donna non è riuscito a scrivere il romanzo (se aveva aspirazioni giuste, non le ha realizzate); la donna non è riuscita a rimanere con l’ex perché troppo impegnativo, per lei, avere progetti di vita d’ampio respiro (il suo fallimento: non avere aspirazioni).
Nella seconda parte, la ragazza, in nome di una realizzazione consona alla sua epoca, fallirà nel dedicarsi alla storia di Ponzi. Magari realizzerà le sue aspirazioni ma queste non saranno giuste perché la costringeranno a trascurare quanto si trova nel mondo al di fuori di loro stesse.
Lo stile tende all’espressionismo: con un vigore e con una particolarità che non vogliono andare a detrimento della leggibilità. Il testo è stato più volte messo alla prova tramite recitazione ad alta voce.